Le porte del Duomo di Orvieto

Orvieto, il Duomo.

Nel lontano 1290, anno di inizio del Duomo orvietano e per i successivi sei secoli, non venne a nessuno il pensiero o l’idea di munire la grandiosa cattedrale di altrettanto grandiose porte. Mentre architetti ed artisti curavano i particolari architettonici più minuti e le decorazioni più svariate, i tre varchi d’accesso principali rimanevano modestamente occupati da porte lignee, semplici e senza motivi ornamentali. Ma è nell’ottocento che l’idea di nuove porte si farà sempre più concreta. Sarà proprio il Fumi, impegnato nei restauri del Duomo a proporre la creazione di nuovi portali. Sull’onda delle celebrazioni del VI centenario della fondazione della cattedrale e del Congresso Eucaristico, che si stava svolgendo sulla Rupe, il Fumi propose all’Opera del Duomo ed all’arch. Giuseppe Sacconi, l’autore dell’altare della patria, di realizzare delle porte. Gli anni passarono ed il Sacconi non fece pervenire alcun progetto. Dovremo attendere il 1928, anno in cui l’Opera del Duomo decise di indire un concorso per la realizzazione di suddette. Oltre allo scarsa partecipazione nessuna delle opere convinse la Commissione, cosicché fu indetto un nuovo concorso nel 1930. Anche questa volta la Commissione non fu soddisfatta ma individuò nei bozzetti di Alfredo Biagini quelli più interessanti, tanto da affidargli il compito di un nuovo studio. Quest’ultimo provocò furiose polemiche a livello nazionale, ed il progetto infine venne bocciato. Passarono sedici anni e nel 1959 l’Opera del Duomo, deliberò di assegnare i lavori di realizzazione allo scultore Francesco Messina. L’opera si sarebbe potuta realizzare solo trovando un mecenate disposto a pagare le ingenti spese occorrenti. Questi finanziamenti non si trovarono ed una lunga indecisione dell’artista nel presentare i bozzetti portarono la Fabbriceria a revocare l’incarico. Finalmente nel 1962 l’incarico venne assegnato ad un altro scultore, Emilio Greco. Dopo aver individuato il materiale, bronzo di prima qualità, si passò ad individuare il tema: nella porta centrale “le opere di misericordia” mentre in quelle laterali “composizioni di angeli”. Finalmente il 21 novembre 1962 il consiglio di amministrazione approvò definitivamente i bozzetti ed affidò ad Emilio Greco la costruzione delle porte. Una volta disegnate e fuse nel 1964 rimasero per ben sei anni appoggiate alle colonne della navata centrale del Duomo. Violente polemiche imperversarono sul loro effettivo valore artistico oltre al timore che potessero danneggiare l’omogeneità artistica della meravigliosa facciata. Infine il ministro della Pubblica Istruzione, Misasi, ne ordinò l’installazione e tramite un decreto ministeriale ne autorizzò la messa in opera che avvenne nella notte del dieci agosto 1970. Terminava così, con un atto di forza, una questione secolare che aveva coinvolto non solo la città ma tutti gli amanti dell’arte. Oggi, a distanza di tempo, queste porte non sembrano creare quello stravolgimento stilistico da molti pensato. Un turista o un semplice passante rimangono ancora incantati dall’armonia e dallo splendore della facciata.

porte-duomo21Articolo pubblicato sul mensile “la Città” – Ottobre 2006

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